Ci sono auto che hanno un valore inestimabile perché sono state costruite in pochissimi esemplari, altre che devono la loro fortuna alla raffinatezza della meccanica, altre ancora che vantano un palmares d’eccezione nelle competizioni.
Poi c’è la 33.
In una sola vettura sono riunite, armoniosamente amalgamate, tutte queste caratteristiche, alle quali se ne aggiunge una, normalmente opinabile, ma in questo caso riconosciuta all’unanimità: l’Alfa Romeo 33 non è bella, è bellissima! Sicuramente per tutti, addetti ai lavori e non, è tra le più belle automobili di tutti i tempi.
Della 33 Stradale sono stati prodotti solo 18 esemplari, e si può aggiungere che è una delle poche vetture stradali a nascere dopo la versione da corsa, ereditando soluzioni tecnologiche eccellenti, che a cinquant’anni di distanza possono sminuire quelle di sofisticatissime vetture moderne. Potremmo snocciolare gli eccellenti dati tecnici, come i tanti cilindri, i molti cavalli, il peso contenuto… E ancora, elencare tutte le vittorie conseguite dalle varie versioni da corsa a partire dal 12 marzo 1967 a Fléron e le coppe vinte, i trofei, segni indelebili nella storia sportiva dell'Alfa Romeo.
Ma quel che è quasi impossibile da descrivere, invece, è il suo fascino cristallino, la quinta essenza della bellezza automobilistica.
L’equilibrio delle forme, l’essenzialità delle linee, l’eleganza di ogni minimo particolare. Non bastano le recensioni e i fiumi d’inchiostro che sono stati versati in cinquant’anni, non bastano le fotografie su carta patinata della vettura: di 3/4, con le portiere aperte verso l'alto, della mascherina stilizzata ma perfetta, degli esclusivi cerchi o di ogni piccolo ma essenziale dettaglio. Per apprezzarla e innamorarsene immediatamente, occorre vederla dal vivo.