Evoluzione della “6C 1500”, l’Alfa Romeo 6C 1750 è una pietra miliare, un vero mito nella storia dell’Alfa Romeo e dell’automobilismo sportivo in generale.
Sono quattro i tipi di carrozzeria che compongono la gamma della nuova Alfa Romeo 6C 1750 alla fine degli anni Venti: Sport, Berlina, Torpedo e Spider, cui si affiancano le Super Sport. Con l'arrivo della 4a e 5a serie compaiono anche le versioni spider e cabriolet denominate Gran Sport caratterizzate dall'impiego del compressore volumetrico.Il carrozziere Milanese Zagato, sullo chassis delle più potenti 6C 1750 Gran Sport, realizza diverse spider dall’impronta sportiva che diventeranno famose per le loro imprese.
Il motore, progettato da Vittorio Jano ed evoluzione del precedente “6C 1500”, è un sei cilindri in linea di 1.752 cc, con due alberi a camme in testa e sovralimentato con compressore volumetrico a lobi. Inizialmente il sei-in-linea ha una potenza di 85 cavalli, che diventano 102 nelle versioni cosiddette “testa fissa”. Con un peso contenuto in 840 kg, questa 1750 GS raggiunge i 170 km/h.
La 6C 1750 Gran Sport più famosa è proprio una di quelle carrozzate da Zagato. La sua fama riecheggia ancora oggi tanto nelle riviste patinate quanto nelle affissioni dei più grandi eventi rievocativi delle gare storiche. Quel muso caratterizzato dai tre fari con le calotte rosse è nel cuore di tutti gli appassionati, e non solo degli alfisti.
Tra il 1930 e il 1932 le Gran Sport della 4a e 5a serie prodotte sono in tutto 213, di cui solamente 6 Testa Fissa.
A quell’epoca la regina delle gare a livello mondiale è la Mille Miglia e - come avviene ancora oggi per la rievocazione - partecipano equipaggi provenienti da tutto il mondo, che vengono nel Paese dei motori a confrontarsi con i piloti più forti alla guida delle vincenti vetture italiane.
L’edizione del 1930 è ricordata negli annali per la vittoria di Nuvolari e Guidotti che per la prima volta coprirono i 1.600 chilometri superando la media dei 100 km/h (100.430 km/h). Le Alfa Romeo stravincono occupando i primi quattro posti, perché dietro i primi si schierano nell’ordine: Varzi/Canavesi; Campari/Marinoni e Ghersi/Cortese. E ancora altre quattro Alfa (6C 1750 GS) tra l’ottava e l’undicesima posizione.
Ma se negli annali restano gli eclatanti dati numerici, i vincitori entrarono nel mito per il racconto di Guidotti riguardante il sorpasso a Varzi, poco prima dell’arrivo, avvenuto a fari spenti per sorprendere l’avversario. Tra leggenda e realtà: Nuvolari non smentì mai, anche se forse il sorpasso avvenne con la luce dell’alba.