Il mondo di Heritage
Tutto sul dipartimento che valorizza il patrimonio storico Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
La storia delle nostre auto e dei nostri marchi
La passione per le auto classiche non ha confini, ma esistono luoghi definiti nello spazio e sospesi nel tempo che conservano l'essenza di questa passione. Sono i luoghi di Heritage.
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La presenza ai principali eventi del settore è un'occasione imperdibile per ammirare da vicino vetture leggendarie che hanno segnato generazioni di appassionati.
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Torino (IT) |
16 ottobre / 11 novembre 2024

Youngtimer Abarth di domani
All’Heritage Hub la suggestiva mostra dedicata ai 75 anni del marchio dello Scorpione
Torino (IT) |
12 ottobre 2024
“Cinema: che impresa!” e Club Silencio
Un giorno di motori, musica e cinema all’Heritage Hub
Le storie Heritage
Raccontiamo un secolo di tecnica, stile, agonismo e performance. Raccontiamo la nostra storia, e le vostre.
Le ultime storie:
CURIOSITÀ
Ci sono connessioni che creano grandi storie.
Fiat barchetta
Minuscolo il nome, maiuscola in strada.
Lancia D50
La prima e unica Formula 1 Lancia
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Le Ultime News
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130 Lancia Delta all’Heritage Hub con Miki Biasion
Domenica 15 settembre 
130 Lancia Delta hanno sfilato per le vie di Torino per l’edizione 2024 di Amiki Miei.
12 aprile 2024
Heritage rende omaggio alla leggenda Abarth con due tributi di grande fascino
Un’esposizione temporanea e l’annuncio del progetto Abarth Classiche 1300 OT.
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La storia di quattro grandi brand dell'automobilismo italiano
Dai modelli più rappresentativi ai personaggi più vincenti e rivoluzionari, dagli eventi che hanno rappresentato, questa sezione racconta e celebra i pilastri di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
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Fiat Coupé

Nuovo stile per la ritrovata sportività.

Nella prima metà degli anni ’90 la Fiat amplia e differenzia la gamma: nascono così, alcune vetture sportive disegnate con spiccata personalità e funzionalità dal Centro Stile Fiat, attingendo sinergicamente alle piattaforme esistenti. Tra queste spicca la Fiat Coupé.


Gli anni ’90 sono un momento chiave per Fiat: c’è un fermento creativo molto forte sotto la conduzione di Paolo Cantarella. L’ingegnere piemontese spinge l’azienda a differenziare maggiormente la produzione e per farlo rafforza il Centro Stile Fiat nelle mani dell’architetto Ermanno Cressoni, già capo del design Alfa Romeo prima di approdare a Torino. Nasce così una squadra che, sarà in grado di proporre vetture di ogni genere: da berline tradizionali a originali multispazio, ma anche brillanti sportive coupé e spider.

Per avere una fotografia di quel nucleo creativo abbiamo raccolto la testimonianza del designer Roberto Giolito, allora appena entrato in quella squadra e oggi Head of Stellantis Heritage. 
Si può azzardare che il Centro Stile Fiat sia realmente nato in quel momento – dice Giolito - dopo aver lasciato la sede esterna presso la storica carrozzeria Boano e per diventare una realtà pulsante e multietnica, con un ruolo sempre più rilevante all’interno dell’azienda. 
Il folto staff gestito da Ermanno Cressoni unisce lo spirito innovativo degliamericani Chris Bangle e Mike Robinson, ma anche la creatività del greco Andreas Zapatinas, unendoli alla squadra di giovani talenti italiani, tra i quali lo stesso Giolito.

Si valorizzano le idee dei singoli ma il lavoro finale è sempre opera di una squadra affiatata. La creatività è certamente innovativa, a volte anche spregiudicata, ma sempre estremamente fruibile e funzionale: le scelte non hanno soltanto uno scopo estetico ma nascono proprio dall’esigenza di migliorare l’ergonomia e l’efficienza complessiva della vettura. Arrivano i primi computer a supportare l’attività ma si lavora ancora con la modelleria tradizionale, asportando plastilina o costruendo modelli a mano in scala 1:1 con la scagliola di gesso, in un processo che Giolito definisce “digital-manual” poiché basato anche su piani di forma abbozzati con l’uso dei calcolatori.

È in questo contesto che nasce, dal gruppo guidato da Chris Bangle e supervisionato da Ermanno Cressoni, la Fiat Coupé. La vettura è innovativa nelle forme ma al contempo conferma la capacità nello sfruttamento delle economie industriali: l’originale vettura è costruita sul pianale “Tipo 2” che ha già dimostrato versatilità nel segmento C con le Fiat Tipo e Tempra, ma anche Lancia Dedra e Alfa Romeo 155.

Con spirito molto “avantgarde” le linee non riprendono nulla di già visto, a partire dal cofano motore che si estende fino a diventare parafango: per l’originalità della soluzione viene coniato l’appellativo “cofango”.

Le fiancate sono alte, così come il corto terzo volume, che chiude la forma complessiva con una coda tronca, rafforzata dalle nervature che delineano i parafanghi posteriori, seguendo l’inclinazione tracciata dal cofango che prolunga il solco su parte della portiera. Le superfici vetrate racchiudono l’abitacolo quattro posti, ben più grande di quanto non appaia dall’esterno: il parabrezza è sportivamente molto inclinato mentre le “vetrature” laterali enfatizzano il dinamismo dei “graffi” inclinati sui parafanghi. Il lunotto s’innesta sul cofano baule generando una sagoma tipicamente 3 volumi, caratterizzato dietro da una fanaleria a doppie luci tonde incassate.

All’originalità dei nuovi stilemi si uniscono dettagli evocativi ispirati al mondo delle corse che rafforzano la sportività: dall’aggressiva presa d’aria anteriore al tappo del serbatoio in metallo a vista con chiusura rapida di sicurezza , dai proiettori anteriori con una copertura a doppia bolla alle quattro luci posteriori tonde, negli interni la plancia con una fascia trasversale in tinta con la carrozzeria che richiama le sportive del passato che avevano appunto il cruscotto verniciato nel colore della carrozzeria. Non manca la cura per l’aerodinamica evidenziata dalla pronunciata rastremazione del cofango e dalle maniglie delle portiere “annegate” nel montante.

Giolito racconta un aneddoto avvenuto nel corso della presentazione al management aziendale del prototipo finale. Riguardo alla carenatura ondulata dei proiettori qualcuno obbietta che non permette l’installazione di sistemi tergi-fari. L’architetto Cressoni risponde in modo eloquente, prendendo dalla tasca un panno col quale accarezza la trasparenza, accompagnando il gesto con la frase: “Si puliscono con amore”. Le carenature a protezione dei proiettori sono rimaste a nobilitare ulteriormente l’originalità del cofango.

Presentata nel 1993, la Fiat Coupé entra in produzione l’anno seguente e si dimostra una sportiva brillante dalla meccanica raffinata in costante evoluzione. Originale e un po’ sfacciata tanto negli stilemi quanto nei colori, non passa inosservata e offre prestazioni che regalano emozioni.


La presentazione ufficiale avviene al Salone dell’Automobile di Bruxelles del 1993, ma la produzione inizierà l’anno seguente: l’assemblaggio è affidato alla Pininfarina che ne cura anche gli interni. Al lancio un solo motore: 2.0 i.e. turbo 16V, ultima evoluzione sovralimentata del glorioso “bialbero Lampredi”, accoppiato al cambio manuale 5 marce che invia il moto alle ruote anteriori attraverso lo sportivo differenziale a giunto viscoso “Viscodrive”.

La discontinuità tra la Fiat 128 Coupé, uscita di produzione nel 1980, e la nuova nata diventa spunto per lo spot pubblicitario che lancia il claim: “Bentornato Coupé”. Il video mette in risalto l’appariscente colore di lancio giallo pastello, che diventerà caratteristico e distintivo. Non è l’unico: il bouquet di tinte proposte comprende altre tonalità non metallizzate come l’azzurro chiaro e il più tipico rosso.

Lo spot viene trasmesso quando la versione sovralimentata è già affiancata da quella con il due litri aspirato, rispettivamente: 195 CV per 225 km/h e 142 CV per 208 km/h. Due allestimenti, Comfort e Plus il primo con cerchi da 15”, il secondo in lega da 16”, selleria in pelle e climatizzatore.

Al Salone di Torino nella primavera del 1996, la gamma si rinnova ma soltanto nella meccanica: il 4 cilindri due litri viene sostituito, sia in versione aspirata che sovralimentata, dall’unità 5 cilindri 20 valvole. Il sofisticato motore “Pratola Serra” – nome che deriva dal comune dello stabilimento di produzione - è dotato di albero controrotante di equilibratura, fasatura variabile e accensione con bobine singole, la versione più performante (turbo) raggiunge i 220 CV e la velocità massima dichiarata è di 250 km/h: diventa così la sportiva Fiat più veloce fino ad allora.

Per allargare la gamma viene proposto anche il motore 1,8 litri con variatore di fase già montato sulla Fiat Barchetta: 131 CV e velocità massima di 205 km/h. La Fiat Coupé 1.8 i.e. 16V è proposta senza differenziale a giunto viscoso e solo nella versione base per avere a listino anche un modello dal prezzo d’attacco inferiore.

Invece, per compensare l’aumento di potenza delle versioni due litri vengono adeguate le sospensioni e rafforzato l’impianto frenante con nuove pinze marchiate Brembo. Con la “Limited Edition” del 1998, riservata alla versione turbo, viene aggiornato il cambio che diventa a 6 rapporti con spaziatura più corta: in seguito verrà montato su tutte le turbo e la serie limitata ribattezzata “Turbo Plus”.

Prodotta in oltre 70 mila esemplari la Fiat Coupé resterà a listino fino al 2000 offrendo, non solo al mercato italiano, una sportiva dalle linee originali fuori dagli schemi tanto da non passare inosservata, ma capace di esaltare con le prestazioni. Facile da guidare ma equipaggiata da meccanica sempre più raffinata, sarà per anni simbolo dell’interpretazione Fiat del concetto di sportività.

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