Il mondo di Heritage
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Fiat 128
La rivoluzione “anteriore”
Alfa Romeo GTV e Spider
Evoluzione moderna del “cuore sportivo” Alfa Romeo
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130 Lancia Delta all’Heritage Hub con Miki Biasion
Domenica 15 settembre 
130 Lancia Delta hanno sfilato per le vie di Torino per l’edizione 2024 di Amiki Miei.
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Heritage rende omaggio alla leggenda Abarth con due tributi di grande fascino
Un’esposizione temporanea e l’annuncio del progetto Abarth Classiche 1300 OT.
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La storia di quattro grandi brand dell'automobilismo italiano
Dai modelli più rappresentativi ai personaggi più vincenti e rivoluzionari, dagli eventi che hanno rappresentato, questa sezione racconta e celebra i pilastri di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
Da oggi la tua passione può contare su una squadra d'eccellenza
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Lancia Aprilia

Il testamento di Vincenzo Lancia

L’Aprilia segna contemporaneamente la fine di una fase storica per la Lancia e l'inizio di una nuova. È una vettura tecnologicamente raffinata, con scocca portante, motore compatto a V stretto e sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, innovativa anche nelle linee particolarmente aerodinamiche.


Nel corso degli anni Venti del XX secolo, grazie all'invenzione della galleria del vento, il design industriale si spinge a ricercare migliori prestazioni per i mezzi a motore attraverso il miglioramento dell'aerodinamica. Negli Stati Uniti prende piede lo “streamline design”, movimento che progetta linee sinuose e aerodinamiche che dagli aerei passano ai treni e alle automobili allo scopo di incrementarne la velocità caratterizzandone gli stilemi.

L’eco di questo movimento in Italia si concretizza negli anni Trenta quando lo streamlining, diventato il simbolo della modernità, ispira le linee della nuova Lancia Aprilia. Il fidato progettista Battista Falchetto - con cui Vincenzo Lancia condivide i meriti anche per la meravigliosa Lambda - rispetto alle creazioni americane disegna una vettura con meno fronzoli e linee più concrete volte a migliorare l’aerodinamica. Calandra e parabrezza sono leggermente inclinati mentre la conformazione a uovo, considerata all’epoca il profilo più efficiente da un punto di vista aerodinamico, caratterizza la parte posteriore. Il muso compatto e filante è dovuto alla ridotte dimensioni del motore a V stretto, vero concentrato di tecnologia. Si tratta di un monoblocco in lega leggera con canne riportate in ghisa, valvole a V comandate da bilancieri mossi da un albero a camme in testa e cielo emisferico della camera di combustione. Con soli 1.352 cc sviluppa 48 cavalli che, grazie anche al peso complessivo di appena 850 kg a secco e all'ottimo coefficiente aerodinamico della vettura (appena 0,47), lanciano l’Aprilia fino a 125 km/h.

L'Aprilia è una vera dama piemontese, raffinata e precisa in ogni dettaglio. Le celebri portiere ad armadio senza montante centrale, una vera e propria icona della produzione Lancia, presentano eccezionalmente un profilo ricurvo e le cerniere sono nascoste. Indimenticabile anche l'iconico toc, il suono di chiusura delle portiere che sottolinea la scrupolosa attenzione ai minimi particolari nella progettazione e nell'assemblaggio che contraddistingue il modus operandi di Lancia. Negli interni, soprattutto nella versione Lusso, spicca il quadro strumenti geometrico su fondo grigio con grafica bianca e nera: tachimetro e orologio quadrati si abbinano perfettamente con i rettangoli scelti per il termometro e l'indicatore carburante. La selleria in panno Lancia (disponibile su richiesta in pelle), i pannelli delle porte, l’imperiale che riveste il tetto e i tappetini in gomma sono il tocco finale di quella che è la più prossima traduzione automobilistica di un vero salotto torinese dell'epoca.

Il peso contenuto si deve soprattutto alla scocca portante: un brevetto Lancia - debutta negli anni Venti sulla Lambda - che, superando l’architettura classica che teneva distinti telaio e carrozzeria, migliora la rigidità torsionale riducendo sensibilmente le masse. Le sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, con balestra trasversale posteriore e molle elicoidali anteriori, conferiscono alla Lancia Aprilia una tenuta di strada e un comfort di marcia superiori alla maggior parte delle vetture contemporanee.

La Lancia Aprilia riassume le soluzioni tecniche più innovative e raffinate tanto care a Vincenzo Lancia, costituendo l'apice della produzione automobilistica realizzata sotto la diretta supervisione del fondatore della Casa torinese. Il nome della vettura riprende quello di una antica località laziale: una caratteristica che la accomuna alle contemporanee Artena e Astura.

Lancia Aprilia (1ª serie) - 1936
Lancia Aprilia (1ª serie) - 1936
MOTORE
A ciclo Otto 4 cilindri a V stretto, un albero a camme in testa, monoblocco in lega d'alluminio, camere di scoppio emisferiche, anteriore longitudinale 1.352 cm³
POTENZA
48 CV a 4.300 giri al minuto
VELOCITÀ
125 km/h
PESO
850 kg
DESIGN
Lancia
CARROZZERIA
Berlina

L’Aprilia è considerata il testamento spirituale di Vincenzo Lancia che, scomparso nel febbraio 1937, non fece in tempo ad assistere al debutto sul mercato del modello.


La Lancia Aprilia viene presentata al pubblico in occasione della trentesima edizione del salone Mondial de l'Automobile di Parigi, nell’ottobre del 1936.  Il 15 febbraio del 1937 Vincenzo Lancia viene colpito da un improvviso e fatale attacco di cuore a soli 55 anni, poco prima che l'auto entri in produzione. La Aprilia diviene per tutti il testamento spirituale di Vincenzo Lancia e il grande successo commerciale ottenuto dall'auto supera anche le avversità del secondo conflitto mondiale.

La prima serie della Lancia Aprilia viene prodotta dal 1937 al 1939 in 10.354 esemplari: berlina in allestimento normale e Lusso cui si aggiungono 4.350 autotelai per allestimenti fuoriserie con i quali si sbizzarriscono i migliori carrozzieri italiani, che producono filanti ed eleganti spider e cabriolet. Originalissima la coupé aerodinamica di Pinin Farina, con il caratteristico muso schiacciato, la posizione centrale dell’abitacolo 2+2 e una coda elegante.

A due anni dall’inizio della produzione nasce la seconda serie, caratterizzata dall’aumento di cilindrata a 1.486 cc. La potenza resta invariata, migliora però l’elasticità del motore e la velocità massima, malgrado l’aumento del peso a 950 kg, guadagna 1 km/h. Nel decennio 1939-1949 vengono prodotte 11.082 berline più 2.252 autotelai per i carrozzieri. 

La produzione dell'Aprilia prosegue - con ulteriori 703 esemplari - anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui la vettura, pur essendo vecchia di quasi dieci anni, può ancora vantare una meccanica e un'impostazione modernissime. Regge egregiamente il mercato fino agli ultimi giorni di produzione e nelle corse è la dominatrice incontrastata per anni della classe Turismo fino a 1500 cc: trionfa in questa classe anche alla Mille Miglia del 1947 grazie alla poderosa ripresa e alla grande tenuta di strada.

Ancora oggi, ad oltre ottant'anni dalla sua presentazione, l'Aprilia è considerata una vettura intramontabile e all'avanguardia che, raccogliendo il meglio della filosofia dell'innovazione Lancia, ha saputo inaugurare una nuova epoca per l'automobilismo del tempo. Lo stesso Vincenzo Lancia, solitamente ipercritico verso le sue vetture, dopo averne testato il prototipo non poté fare a meno di esclamare: «Che macchina meravigliosa!».

Nel 2017, per celebrare gli 80 anni del modello, un esemplare di Lancia Aprilia I serie è stato completamente restaurato dei tecnici di FCA Heritage in vista della partecipazione alla 1000 Miglia dello stesso anno. La vettura è normalmente esposta presso l'Heritage HUB e fa parte della mostra tematica "Archistars", insieme ad altri sette capolavori di tecnica che hanno introdotto innovazioni significative nell'architettura delle automobili.

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