Il mondo di Heritage
Tutto sul dipartimento che valorizza il patrimonio storico Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
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La presenza ai principali eventi del settore è un'occasione imperdibile per ammirare da vicino vetture leggendarie che hanno segnato generazioni di appassionati.
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Bologna (IT) |
26 al 29 ottobre 2023
Auto e Moto d’Epoca 2023
Ospite d’onore la nuova Alfa Romeo 33 Stradale.
Rho (MI) |
17 - 19 Novembre 2023
Milano AutoClassica 2023
Il debutto della Fiat Multipla 6x6 ed il tributo ad Autodelta
Le storie Heritage
Raccontiamo un secolo di tecnica, stile, agonismo e performance. Raccontiamo la nostra storia, e le vostre.
Le ultime storie:
CURIOSITÀ
Ci sono connessioni che creano grandi storie.
Fiat-Abarth 850 TC e Fiat-Abarth 1000 Berlina
Trasformazioni Abarth delle Fiat 600
Fiat 600
L’auto di famiglia ideale
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Stellantis Heritage a Milano AutoClassica
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La storia di quattro grandi brand dell'automobilismo italiano
Dai modelli più rappresentativi ai personaggi più vincenti e rivoluzionari, dagli eventi che hanno rappresentato, questa sezione racconta e celebra i pilastri di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
Da oggi la tua passione può contare su una squadra d'eccellenza
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Autobianchi A112 Abarth 58 HP

58 cavalli e uno scorpione

L’italo-austriaco Karl Abarth inizia la sua carriera negli anni Cinquanta come elaboratore di auto per le corse e poi come produttore di marmitte e componenti meccaniche speciali, fino a diventare costruttore di vetture sportive e da competizione in piccola serie. Nel 1971 la Fiat acquisisce l’Abarth: la prima creatura con lo scorpione di questo nuovo corso è l’A112 Abarth.


Con la presentazione dell’Autobianchi A112 al Salone di Torino del 1969 il gruppo Fiat risponde brillantemente al successo delle Mini. Più capiente, rifinita e lussuosa della concorrente britannica, l’A112 è una compatta a trazione anteriore 2 porte con portellone che diventa immediatamente una best seller, con lunghi tempi d’attesa a dimostrazione del notevole successo. Occorre però una versione ancor più “pepata” per erodere mercato anche alle Mini Cooper. Con la supervisione di Carlo Abarth, che ha recentemente rafforzato il rapporto con il gruppo Fiat, nel 1971 nasce l’A112 Abarth.

Con le tecniche a lui care, Abarth lavora soprattutto sul motore per migliorare le prestazioni: aumenta la cilindrata del 4 cilindri, che passa da 903 a 982 cm3, e modifica diversi componenti chiave. Per dare la giusta quantità di benzina e il giusto “respiro” al motore, la trasformazione meccanica si completa con l’adozione di un carburatore doppio corpo e la modifica della linea di scarico. Favorendo più l’incremento della coppia in basso  che la potenza massima in alto, il motore eroga 58 cavalli a 6.600 giri al minuto.

Modifiche importanti anche al cruscotto, che si arricchisce di strumenti sportivi come il contagiri, l’amperometro e manometro e termometro dell’olio, mentre i sedili sono più avvolgenti e un volante a tre razze in alluminio con corona in pelle completa l’allestimento sportivo degli interni. Inizialmente le A112 Abarth hanno una sola livrea rosso corsa con cofano nero opaco e fasce nere nella parte bassa delle fiancate, mentre sulla griglia anteriore spicca la scritta Autobianchi Abarth.

AUTOBIANCHI A112 ABARTH 58 HP - 1974
AUTOBIANCHI A112 ABARTH 58 HP - 1974
MOTORE
4 cilindri in linea, anteriore trasversale, carburatore doppio corpo, 982 cm³
POTENZA
58 CV a 6.600 giri/minuto
VELOCITÀ
Oltre 150 km/h
PESO
690 kg
DESIGN
Dante Giacosa
CARROZZERIA
Berlina 2 volumi, 3 porte, 4 posti

La presentazione ufficiale avviene al Salone dell’Automobile di Torino nell’ottobre del 1971, scatenando la caccia all’acquisto da parte del pubblico entusiasta.


L'A112 Abarth si dimostra subito agile e brillante, a volte persino più parca nei consumi dell'A112 normale. Unico neo è la tendenza, a volte, di surriscaldare il lubrificante. Per questa ragione, prima ancora del lancio della seconda serie che debutta al Salone di Ginevra del 1973,  il motore viene dotato di un radiatore dell’olio e compaiono nuove colorazioni; gli interni si arricchiscono grazie all’adozione di sedili reclinabili con poggiatesta regolabile. Cambia l’aspetto della calandra in cui le cromature di paraurti e cerchi fari vengono sostituite da plastiche nere. I fari anteriori vengono potenziati con le lampade allo iodio e nella lista degli optional entrano i cerchi in lega e il lunotto termico.

La novità più rilevante della terza serie a partire dal 1975 è l’arrivo del nuovo motore da 1059 cm3 in grado di erogare 70 cavalli, che viene affiancato a quello da 58 che resta ancora a listino. Seguiranno altre serie con il solo motore 70 HP e poche modifiche alla carrozzeria che cambia leggermente nella parte posteriore diventando così 5 posti. La meccanica resta invariata a parte la modifica del cambio che passa da 4 a 5 marce nella 5a serie. La produzione termina con la settima serie nel 1985 dopo oltre 121mila esemplari prodotti in quasi 15 anni. Un successo nel successo che vede circa il 10% di tutte le A112 prodotte fregiarsi dello scorpione Abarth.

L’impiego nelle corse diventa subito naturale, soprattutto nei rally, tanto che il gruppo Fiat decide di creare un campionato monomarca per aspiranti giovani piloti. La trasformazione con roll-bar, cinture, impianto antincendio, fari supplementari e protezione per la coppa dell’olio non è molto costosa, sono quindi tantissimi i giovani piloti che scelgono questa strada per dimostrare le proprie capacità. Il Trofeo A112 si svolge all’interno di gare nazionali e internazionali, dimostrandosi una perfetta formula di promozione della vettura ma soprattutto arma vincente per far crescere i giovani piloti italiani. Dal volante delle A112 Abarth sono passati piloti del calibro di Bettega, Cunico, Tabaton, Caneva, Cinotto e moltissimi altri.

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